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La storia del gruppo
La riscoperta delle tradizioni di Dolianova e la nascita del gruppo folk, si devono in gran parte ad un gruppo di giovani dolianovesi che nel 1967 condussero delle ricerche sul costume tipico del loro paese.
Iniziarono con l’intervistare gli anziani del paese, dai quali scoprirono che in casa della famiglia Spada, conservati all’interno di una vetrina, si trovavano dei capi di costume sardi; tra questi anche alcuni pezzi del costume tipico di Dolianova, come rese noto il capo famiglia.
Continuando le ricerche, si scoprì, presso la famiglia Lugas, un dipinto in cui veniva raffigurato il costume da donna e inoltre, presso la stessa famiglia si trovava il costume da uomo completo.
Foto di gruppo in Romania Fu così che, mentre il costume da uomo venne ritrovato al completo, quello da donna rimaneva ancora privo di qualche parte. Le interviste e le ricerche continuarono, e fu trovata la camicia da donna, prestata e copiata dalla signora Antonietta in Secci che la ereditò da una prozia.
Una volta raccolti tutti questi elementi si chiese aiuto agli esperte del settore di quel periodo, fra cui l’E.N.A.L di Cagliari, ente che, tra l’altro, si occupava anche dei gruppi folkloristici. Questi si resero subito disponibili e nominarono per questo studio due esperte: la N.D. Anna Paderi e la signorina Giuliana Mulas che, grazie a vari studi, riuscirono a definire il costume per intero, comprese le stoffe col quale i costumi erano realizzati.
Per l’acquisto delle stoffe e delle passamanerie venne incaricato il commerciante Antonio Carcangiu, mentre per il confezionamento dei costumi maschili il sarto Fundoni. Per quanto riguarda, invece, i modelli di camicie e del "Su Cossu", cioè il corpetto col giubbino del costume femminile, venne scelta la sarta signorina Pasqualina Cossu.
Furono confezionati i costumi per diciotto coppie che si presentarono per i festeggiamenti in onore di San Pantaleo a Dolianova nell’Aprile 1968. Il costume della donna venne presentato con un grembiule in pizzo, che sostituiva il broccato (al momento non disponibile per tutti i costumi da donna), mentre sul capo, sotto il velo, fu realizzato un nastro di velluto a frange dorate dello stesso colore del giubbino.
Fu solo dopo i festeggiamenti in onore di Sant’Efisio che, con l’arrivo del nuovo broccato e della stoffa del turbante rosso per il capo, si poté ammirare il costume completo.